Lo Utah ha rappresentato uno dei viaggi tra i più a contatto con la natura. A differenza di molti Paesi meno “civilizzati”, dove la vita all’aria aperta è possibile solo all’interno delle aree protette e, negli spostamenti per raggiungerle, si è costretti a dormire in pessimi alloggi di paesi o villaggi sperduti (anche se queste spesso sono lo stesso delle belle esperienze), negli Stati Uniti, grazie alla vastissima distribuzione di campeggi anche lungo le strade, si possono passare (come ho fatto) 5 settimane dormendo sempre in tenda.
Inoltre, quando mi viene chiesto quali dei miei viaggi mi sia piaciuto maggiormente, indico lo Utah come quello con i panorami tra i più spettacolari che mi sia mai capitato di vedere.
Partendo dal deserto della zona sud-ovest dello Stato, ai confini con l’Arizona, mi sono subito inerpicato per il Colorado Plateau, spettacolare altopiano dove sono situati i più famosi Parchi Nazionali dello Utah. Seguendo infatti al Panoramic Route 70 ho raggiunto e visitato il Zion N.P., il Bryce e il Capitol Reef.
Procedendo verso est la strada degrada fino a raggiungere la zone desertiche del lago artificiale Powell. Tra bufere di vento e improvvisi temporali nel deserto, sono arrivato a Moab, cittadina capitale del mountain-bike estremo e alle porte del Canyonland N.P. (non visitato) e Arches N.P. (visitato).
Risalendo lungo il corso del fiume Colorado, mi sono diretto a nord e, lasciato il fiume, inoltrato nelle zone meno conosciute (ma non meno belle) dello Utah. La prima attraversata è stata la Castle Valley, spettacolare vallata desertica dove, effettivamente, per tre giorni non ho incontrato alcuna persona e, successivamente, ho iniziato a salire per raggiungere la “Skyline Drive”, una strada sterrata che, come dice la traduzione “percorso lungo la linea del cielo”, segue i crinali, oltre i 3000 metri, delle selvagge Wasatch Mountains.
Manco a dirlo, gli incontri con altri esseri umani sono stati scarsissimi, anche se, una volta ridisceso dalle montagne, mi sono dovuto riadattare subito al traffico perché mi ritrovavo ormai a soli 70 km da Salt Lake City, dove si è conclusa questa lunga e impegnativa pedalata (1700 km).
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