L’Africa é, senza alcun dubbio, il mio continente preferito. Sarà per l’amore per la natura (che mi ha anche spinto a laurearmi in Biologia) o perché, come ho letto su un libro, l’attrazione dell’uomo verso i grandi spazi aperti e dovuta alla sua origine di scimmia delle savane; in ogni caso non riesco a stare lontano da questo continente per troppo tempo.
Ma come facevo a conciliare l’amore per l’Africa con la mia nuova passione dei viaggi in bici? Pensa e ripensa ho visto che l’Uganda rappresentava un paese ideale: in un mese si poteva fare un itinerario di circa 1000 km, con distanze praticabili tra una tappa e l’altra, e che toccava località rappresentative e molto interessanti.
Sono partito da Kampala in direzione della catena montuosa del Ruwenzori. Dopo solo 70 km la strada era diventata già sterrata ed si trasformava in condizioni pessime quando si inoltrava nella giungla nei pressi del”Kibale Forest Tourist Project”, zona protetta dove vivono e vengono studiati gli scimpanzé di foresta.
Lasciata la riserva, seguendo delle mappe illustrate a mano, ho preso la pista che portava alla magnifica zona dei laghi vulcanici, solo accennata dalle guide turistiche ma di grande bellezza.
Ritornato sulla strada principale, la pedalata è proseguita verso Kasese, un tempo base per le escursioni sulle “Montagne della Luna”, ma ora, a causa dei problemi con il confinante Congo, paese quasi in rovina. A riprova del fatto, pochi giorni prima del mio arrivo c’era stato un attacco dei ribelli, e i segni della battaglia erano testimoniati dai camion e negozi bruciati lungo le strade.
Rinunciato all’escursione sulle montagne, mi sono diretto verso il Parco Nazionale più importante dell’Uganda: il Queen Elisabeth. Al suo ingresso, probabilmente a causa dell’impreparazione dei guardaparco nel trovarsi di fronte ad un cicloturista, mi è stato dato il permesso di entrare nel Parco in bicicletta, con il risultato che sono stato quasi caricato da un elefante dopo pochi chilometri e di avere percorso i rimanenti 25 per raggiungere il campo molto preoccupato cosciente della situazione a rischio in cui mi ritrovavo.
Uscito dal Parco, con la bici caricata su un taxi improvvisato, il viaggio è proseguito verso sud fino alle montagne Virunga, ai confini con il Rwuanda, visitando in canoa il lago Bunyony, località dove amava passare le vacanze il dittatore Idi Amin e ora in cerca di un lancio turistico (la villa dell’ex despota era in fase di ristrutturazione per farla diventare un grande albergo).
Sulla strada del ritorno verso Kampala ho fatto tappa al Parco Nazionale Lake Mburo, dove, per l’assenza di animali di grossa taglia e predatori, è possibile pedalare tra zebre e antilopi. Ultimo stop è stato alle isole Ssese, sul lago Vittoria, luogo ideale per riposarsi dopo una dura “vacanza” in Uganda.
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Lasciata Kampala, mi lancio a tutta velocità (nonostante la segnaletica) alla scoperta dell'Uganda |
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Dopo solo 70 da Kampala la strada diventa sterrata, ma in buone condizioni per pedalare |
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Metodo perfetto per trasportare le banane sulla bici |
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Al mattino presto spesso una leggera nebbiolina copre le colline |
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Però, anche partendo la mattina presto, può capitare di arrivare col buio |
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Non solo buio, ma anche pioggia e nessun albergo dove andare. Alla fine ho alloggiato nella casa del maestro elementare locale |
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Pedalando nella giungla per raggiungere la Riserva Naturale di Kibale |
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Alloggio nella foresta |
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Buonanotte! |
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La pista che porta da Kibale a Kasane passando per il Bunyuruguru Crater Lake Field (zona dei laghi di origine vulcanica) |
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Infatti i laghi sono all'interno di vecchi crateri vulcanici, ora ricoperti dalla flora tropicale |
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Papiri al tramonto |
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Punto importantissimo del mio viaggio: |
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L'attraversamento dell'Equatore! |
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Arrivato ai cancelli del Queen Elisabeth National Park, nonostante la presenza di fauna pericolosa come leoni ed elefanti, i ranger mi hanno fatto entrare lo stesso... |
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Pedalando nelle piste della savana |
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Con dei particolari osservatori |
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Ecco il cartello che mi ha fatto pensare che forse correvo qualche pericolo a pedalare all'interno di un Parco Nazionale |
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Ed ecco perchè è pericoloso: fortunatamente l'incontro con un elefante sbucato improvvisamente dalla boscaglia si è risolto con la fuga di entrambi, ma poteva finire molto peggio... |
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Gli elefanti è meglio fotografarli da barca! |
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Ippopotamo nel Kazinga Channel, un canale che unisce i due laghi del Queen Elisabeth N.P. |
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La pedalata prosegue su piste sempre più belle! |
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Il sogno di ogni cicloturista: pedalare nella natura tra zebre ed antilopi (lake Mburo National Park, dove non ci sono animali pericolosi!) |
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Ultima tappa prima di raggiungere Kampala: Ssese Island sul lago Vittoria |
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